In questi giorni alcuni miei studenti delll’Accademia del restauro sono alle prese con la lucidatura di mobili ebanizzati.
Ma cosa significa ebanizzare un mobile?
Con il termine ebano venivano indicate già in epoche remote legni di grande pregio, di colore molto scuro o nero. Duri e pesanti provenienti da zone geografiche molto diverse, dall’Africa, dall’Asia e dall’America.
Si tratta dunque di un legno d’importazione molto raro e costoso. E’ divenuto di gran moda in Europa nel periodo Barocco ed in particolar modo alla corte di Luigi XIV. Come spiego nel mio corso in DVD La storia del mobile dal Gotico al Liberty dal suo nome nasce il termine ebanista: l’artigiano che realizza mobili ed oggetti con questo legno pregiato.
Il gusto per il colore nero dei mobili viene poi ripreso nella seconda metà dell’800 in pieno Eclettismo. Pochissimi mobili realizzati in questa epoca sono però costruiti in ebano. Si preferisce usare essenze nazionali tinte con il colore nero cioè ebanizzate.
Le ricette:
Le ricette per colorare di nero di legno abbondano sui vecchi manuali. Sono spesso complesse e lunghe da realizzare. Oggi se vuoi ebanizzare un mobile il mio consiglio è quello utilizzare un mordente all’acqua color ebano. Usalo molto concentrato al fine di creare una base di colore stabile alla luce e di un bel colore nero profondo.
Passa poi alla lucidatura con una vernice di gommalacca a cui aggiungi anilina all’alcool color nero. Si tratta dell’unica anilina che uso in quanto è stabile alla luce. Lavora il mobile con il tampone fino ad ottenere una lucidatura con il poro pieno e uniforme. L‘ebano infatti ha un poro molto fitto e chiuso e le sue lucidature sono sempre molto piene.
Ebanizzare un mobile e lucidarlo con la vernice nera non è semplice. E’ un lavoro che dona a chi lo sa realizzare grandi soddisfazioni. Mi sento di affermare che la perfetta lucidatura di un mobile ebanizzato è uno dei livelli massimi di professionalità a cui un lucidatore a tampone può aspirare.
Nell’immagine un tavolo consolle realizzato dal grande ebanista Boulle, il mobile è realizzato in ebano con intarsi in ottone e applicazioni in bronzo dorato.
Se vuoi conoscere tutte le ricette e segreti del restauro del mobile non ti perdere il Prontuario del restauratore
Ciao Andrea, sei sicuro che il manico era curvato e non realizzato nel massello? Spesso i manici dei bastoni di ebano erano ricavati nel massello di ebano.
Ho un quesito che credo attinente al legno ebanizzato.
Ho di recente visto un bastone ricavato da un’asta di legno che era stata curvata di 180° per ottenere il manico.
Ovviamente non poteva essere ebano, che è troppo fragile per fare una simile curva, inoltre presentava un poro molto lungo e aperto. Il legno però non era tinto, era nero anche all’interno, come si poteva vedere da diverse scheggiature, ed aveva un peso specifico molto alto.
Potrebbe essere un altro tipo di legno nero, o un legno che diventa nero con qualche trattamento termico, tipo un passaggio in forno ad una temperatura opportuna?
Ciao Giulia, sì nel mobile intarsiato esistevano campiture nere fatte con lo “stucco di carbonella”. Le ricette sono diverse da bottega a bottega, gli ingredienti base sono colla a caldo, gesso di Bologna e fuliggine o pigmento nero.
gentile maestro, ho una domanda… esiste un metodo a lei noto, o presente in letteratura, che serve per creare un falso intarsio? ovvero al posto dell’ebano è presente uno stucco nero? in caso riuscirebbe a darmi dettagli su materiali e metodi?? la ringrazio preventivamente!
Ciao Gianni, il procedimento di lucidatura a tampone non si può riassumere in poche righe. Per la lucidatura di strumenti musicali ti consiglio di chiedere ad un liutaio che ha sicuramente competenze più specifiche.
Le faccio i miei sinceri complimenti per il suo impegno e la sua passione nell’arte del restauro.
Le chiedo cortesemente se mi può descrivere come lucidare una tastiera di chitarra di ebano grezzo, che prodotti e che metodo di lucidatura tenendo conto che lo strumento viene utilizzato quotidianamente.
Cordiali saluti
Ciao Gabriele, se mi scrivi sulla pagine di contatto “chi sono” che trovi sul sito ti passo i riferimenti per contattare l’autore dei nostri libri sulla storia del mobile.
Buona sera io sono uno studente di disegno industriale all ‘università di Firenze.Mi è stato chiesto per l’esame di progettazione 2 di fare una ricerca su di una zona della toscana e di interessarmi ad una produzione di riferimento.Io ho scelto la città di Livorno e dopo varie ricerche ho scoperto che a Livorno esisteva una antica tradizione di incisori e intagliatori,mestiere meglio conosciuto con il nome di ebanisteria.Volevo chiederle se lei sarebbe disposto,nel caso in cui la mia idea fosse presa in considerazione,a collaborare con me per la realizzazione di un progetto valido che un domani potrebbe essere anche realizzato.Le chiedo in pratica qualche consiglio su come una mia eventuale idea possa prendere vita.Sarei interessato in particolare a sapere quali sono i tratti caratteristici della lavorazione Livornese e un consiglio su come poter realizzare un progetto che risponda alla tradizione della lavorazione del legno (in particolare ebano) arricchita dalla modernità propria dei nostri giorni.
Grazie in anticipo per l’attenzione
Cordiali Saluti Gabriele Francalanci
Salve Maestro
concordo in pieno, la lucidatura ebanizzata è molto particolare ci vuole una padronanza estrema nell’usare il tampone, ancor di più nella preparazione del fondo e la stessa stesura del mordente ebano ad h2o sembra facile ma non lo è.
Cmq bisogna provare e riprovare, non bisogna mai arrendersi , questo è quello che sto facendo io da un po di tempo ad un restauro di un orologio ad Occhio di Bue ( sembrava una passeggiata) invece si è dimostrato un lavoretto niente male.Sto incominciando ha capire che le competenze son tante non tutti lavori sono uguali e ha volte ci si sente demoralizzati quando non ci si sente all’altezza del compito ma non bisogna arrendersi provare e riprovare …
Luigi “”vogliamoci bene””
Ciao Luigi, conosco benissimo le problematiche del tuo lavoro sulla lucidatura ebano e so che non demordi…bravo!
P.S. Luigi è uno dei miei studenti dell’Accademia del restauro